A cura di Giuseppina Talamo
La moda Made in Italy rappresenta nell’immaginario collettivo un emblema di stile ed eleganza e il comparto tessile, oltre a registrare un volume di affari crescente, rappresenta uno dei simboli delle eccellenze italiane esportate a livello globale. Nonostante la contrazione delle esportazioni registrata negli ultimi anni, l’Italia resta il primo Paese in Europa per valore lordo della produzione di moda e anche in tempo di crisi il Made in Italy è stato in grado di intercettare la domanda dei mercati di diversi Paesi, esportando prodotti di elevata qualità in grado di rispondere ai gusti dei nuovi consumatori. Notoriamente, l’Italia può contare su un significativo vantaggio competitivo nei settori che esprimono cultura e stile e la provenienza italiana dei prodotti rappresenta una leva di fondamentale rilevanza per il vantaggio competitivo delle imprese italiane.
Questo studio pubblicato sulla Rivista Trimestrale di Scienza dell'Amministrazione analizza il fenomeno deIle strategie di rimpatrio delle produzioni (backshoring) nel settore tessile italiano e sintetizza i dati relativi alle performance estere di questo settore, in particolare verso i nuovi mercati emergenti. Il lavoro è organizzato come segue. Il primo paragrafo contiene alcune considerazioni introduttive sulla struttura e le performance della moda italiana. Il secondo presenta un’analisi dei concetti di internazionalizzazione, delocalizzazione con un focus sulle strategie di ritorno in Italia di attività precedentemente delocalizzate all’estero: attraverso l’uso di dati secondari, si presenta la situazione relativa al commercio internazionale e la reazione alla crisi da parte delle imprese italiane anche adottando strategie di rimpatrio e di valorizzazione del "made in". Il terzo paragrafo presenta una sintesi dei dati relativi alle esportazioni dei prodotti di moda e lusso italiani verso Paesi come Brasile e Cina. Il quarto paragrafo, infine, presenta alcune considerazioni conclusive.
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